martedì 12 marzo 2013

22 marzo: Stabat Mater di Pergolesi a Portici



Il giorno 22 di marzo alle ore 19.30, l’Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano terrà presso la Basilica di Santa Maria della Natività e di San Ciro un gran concerto aperto alla cittadinanza nel quale verrà eseguito il celebre Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi. In vista di questo evento vogliamo in questi giorni dare qualche notizia sull' opera del grande compositore appartenente alla celebre Scuola napoletana del Settecento.


Lo Stabat Mater è sicuramente l’opera più conosciuta di Giovan Battista Pergolesi, da lui completata lo stesso anno della sua morte, avvenuta nel 1736 ad appena 26 anni di età a causa della tubercolosi. La storia narrataci dal Villarosa narra che il giovane morì nel momento stesso in cui completò questo suo capolavoro, dopo aver siglato in calce il suo Finis Laus Deo un ringraziamento a Dio per avergli concesso la grazia di finire il suo lavoro, che qui assume anche il valore di suggello alla sua esistenza terrena

L’opera fu commissionata dall’Arciconfraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi a Palazzo per i sacri uffici della Settimana Santa. Quest’opera sarebbe andata a sostituire la precedente di Alessandro Scarlatti composta nel 1724 e fino ad allora in uso.
La composizione è scritta nella tonalità in do minore per un organico composto da soprano e contralto accompagnati da orchestra d'archi e basso continuo. Le parti vocali, così come avviene nella precedente opera di Scarlatti, alternano duetti, nelle quali cantano entrambe le voci , con arie per solo soprano e solo contralto. A differenza dell’illustre predecessore, Pergolesi crea un’opera più compatta che consta di soli 12 brani a differenza dei 18 del predecessore.


Quest’opera è caratterizzata  da quella solennità che viene conferita alla musica solo dalla verità dei sentimenti in essa espressi, pure mediante la semplicità e la pulizia della forma che salta subito agli occhi sin dalla prima pagina del manoscritto. Questa caratteristica fu ben sottolineata dal grande storico della musica Charles Burney che definì la musica di Pergolesi, per la sua chiarezza, semplicità, precisione ed esattezza, al di sopra di quella di tutti i suoi predecessori e dei suoi contemporanei.

In merito all’ autografo si può facilmente notare la poca cura con cui il compositore quasi scarabocchiò le note sulla partitura, il che va ad avvalorare la leggenda secondo completò il lavoro durante i suoi ultimi giorni di vita. La grafia incerta e tremolante fa supporre che il compositore fosse allo stremo, così come la parte quasi solo abbozzata destinata alle viole oltre ad alcuni errori dettati dalla fretta.
Molta fu la fortuna di quest’opera in particolar modo all’estero. Johann Sebastian Bach riprese dieci dei dodici pezzi scritti per lo Stabat Mater e lo adattò al testo tedesco del salmo Tilge, Höchster, meine Sünden, che corrisponde nel mondo cattolico al celebre Miserere.  Ma non solo musicisti presero a piene mani ad questa magnifica composizione. L’opera lasciò il segno  non solo nell’anima dei musicisti, ma anche in quella di scrittori quali Stendhal e J.J. Rousseau  che definì il primo duetto dello Stabat Mater, come “il più perfetto e toccante duetto mai uscito dalla penna di un compositore.”


Ecco i brani di cui si compone l’opera
Duetto "Stabat Mater dolorosa"
Aria per soprano "Cuius animam gementem"
Duetto "O quam tristis et afflicta"
Aria per contralto "Quae moerebat et dolebat"
Duetto "Quis est homo, qui non fleret"
Aria per soprano "Vidit suum dulcem natum"
Aria per contralto "Eja, Mater, fons amoris"
Duetto "Fac, ut ardeat cor meum"
Duetto "Sancta Mater, istud agas"
Aria per contralto "Fac, ut portem Christi mortem"
Duetto "Inflammatus et accensus"
Duetto "Quando corpus morietur"


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