giovedì 14 novembre 2013

15 novembre 2013. Continua l'impegno per la diffusione di cultura e legalità...


Nel luglio 2012 siamo partiti con una stretta collaborazione con il Ministero della Giustizia ed con la Banda Nazionale della Polizia Penitenziaria finalizzata alla programmazione di importanti eventi culturali che, diffondendo il bello e la cultura, possano aprire le menti all'Arte, al progresso civile e quindi alla legalità. 
Il nostro secondo concerto in tandem sarà dedicato alla magistratura italiana, a tutti coloro che ogni giorno lavorano mettendo a rischio la propria vita per il bene collettivo, in silenzio, lontano dai riflettori e sarà aperto da un ricordo di quanti hanno sacrificato la propria vita per combattere la criminalità.

L'Arte della Musica si presta quindi come veicolo di diffusione non solo dell'arte dei suoni, ma anche di altri contenuti, di civiltà e giustizia, che dovrebbero essere base del consesso umano, ma che trovano difficilmente possibilità di divulgazione ed attenzione in questo contesto storico.


L'evento si terrà presso la cappella gentilizia del Palazzo della marchesa Pennese di Cesaro, sede della Fondazione Istituto Pennese, sito in via Vittorio Emanuele n.2 in Portici (NA)
Il programma, come tradizione, affronterà il barocco europeo presentandone gli autori maggiori e nello specifico lo stretto rapporto tra le composizioni di Johann Sebastian Bach e del nostro prete rosso, il veneziano Antonio Vivaldi. 
Il programma proposto sarà il seguente:

J.S.Bach: Suite per orchestra n.3 in re magg. BWV 1068
J.S.Bach: Aria per contralto “Kommt, Ihr Angefochten Sunder” dalla cantata BWV 30
G.F.Handel: Aria “Ombra mai fu” dall’ Opera “Xerses”
G.F.Handel: Aria”Lascia ch’io pianga” dall’ Opera “Orfeo”
A.Vivaldi: Concerto per due violini ed orchestra in la min. op.3 n.8

J.B.Lully: Marche pour la ceremonie des tourcs 

L'orchestra sarà così composta:

violini I
Giuseppe Grieco, Giorgia Nardiello, Aurora Sanarico

violini II
Alessia Viti, Giovanni Rago, Sabrina Barcellona

viola
Natale Atripaldi

violoncelli
Annabruna Corrado, Raffaella Cardaropoli

contrabbasso
Antonio Di Costanzo

flauto
Isp.sup. Giuseppe Furno (Polizia Penitenziaria)

oboi
Isp. sup. Natale Mario Chillemi (Polizia Penitenziaria)
Isp. sup. Giuseppe Calabrese (Polizia Penitenziaria)

trombe
Vincenzo Riccio
Alessio Iovino
Isp. sup. Pasquale Petruccelli

clavicembalo
Lilly Carafa

timpani
Vittorio Oriani

contralto
Daniela My

direttore d'orchestra
Leopoldo Fontanarosa

buon ascolto!

martedì 9 aprile 2013

Far amare la Classica? Basta insegnarla...con Amore!

Nell'ultimo concerto che abbiamo tenuto con la nostra Orchestra della Compagnia degli Artisti, sono rimasto decisamente colpito dal numero di persone che hanno affollato la chiesa-santuario di San Ciro in Portici durante l'esecuzione dello Stabat Mater di Pergolesi. Con questo scritto non voglio certo magnificare il nostro lavoro, ma solo evidenziare quanto la gente abbia bisogno di cultura. E quanto ha bisogno che la cultura le venga spiegata.
La chiave del nostro successo, dell'affetto che le persone iniziano a nutrire nei confronti della nostra formazione orchestrale, sta forse proprio nel modo in cui noi facciamo Classica: la spieghiamo. 
Alcuni puristi, quelli della vecchia scuola, mi contesteranno affermando che l'opera d'arte va eseguita da capo a fondo e vissuta nel suo complesso, non va interrotta, secondo quelle convenzioni ottocentesche che erano in auge quando esisteva il "golfo mustico", o meglio, quando il pubblico era formato da persone le quali tutte avevano un pianoforte in casa, almeno un figlio che studiava musica e arrivavano al concerto conoscendo già l'opera. 


Oggi, l'impreparazione della gente ad affrontare l'ascolto di questo tipo di repertorio ci impone di cambiare rotta. E' dovere di noi artisti innanzitutto educare il pubblico, prima, durante e dopo il concerto. Per spiegare l'opera bisogna quindi sezionarla per cercare di farla comprendere nei suoi molteplici componenti. Ma certo bisogna saperlo fare, con perizia ed anche simpatia. Fermare ad esempio un'opera complessa come lo Stabat Mater e spiegarlo con un sermone interminabile e ricco di citazioni tecniche, non farebbe altro che allontanare ancora di più le persone da questo tipo di repertorio. Bisogna quindi saperle interessare, facendo leva su quelle che sono le loro curiosità, le loro domande e sottolinenado la presenza nell'opera musicale, di quei valori, emozioni, sentimenti comuni a tutti gli uomini, che per questo rendono alcuni capolavori della Classica immortali. 


E confesso che la soddisfazione più grande per noi è proprio quando, dopo il concerto, si avvicina qualche  giovane che ti prende le mani e ti ringrazia per avergli fatto capire l'opera, per averlo indirizzato verso la comprensione, la ricezione dell'arte delle note. 
Inoltre, con questi grandi eventi pubblici, abbiamo l'occasione di far vedere come la nostra terra meridionale sia madre di cultura, che i suoi abitanti non sono dediti esclusivamente al male, ma che sono in grado di creare bellezza, arte, cultura e con esse speranza di riscatto, capacità di realizzare il sogno di vedere nuovamente i nostri luoghi citati per la loro ricchezza umana e per la maestria dei nostri giovani. 
Nel Settecento, epoca in cui scriveva Pergolesi e gli altri grandissimi compositori della Scuola Napoletana, Napoli era la capitale europea della musica. 
Noi con questi nostri eventi gettiamo semi di cultura. Se anche uno solo dei nostri spettatori, tornando a casa, incomincerà ad ascoltare qualcuno di questi grandi compositori, se indirizzerà figli o nipoti verso lo studio di uno strumento, ma anche se solo si sentirà internamente arricchito dalla nostra musica, allora il nostro lavoro avrà raggiunto l'obbiettivo prefissato.
Abbiamo però bisogno dell'aiuto di tutti in questa nostra battaglia per l'arte, continuate a seguirci numerosi e diffondete con noi la cultura.

Leopoldo Fontanarosa
direttore d'orchestra



sabato 23 marzo 2013

Grande successo per lo Stabat Mater di Pergolesi

Ieri 22 marzo alle ore 19.30, presso il Santuario di San Ciro a Portici (NA) si è tenuta la lezione-concerto sullo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi tenuta dall'Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano. Protagonista della serata la giovane orchestra in formazione da camera guidata dal suo direttore, il musicologo e violinista dr. Leopoldo Fontanarosa.
L'evento è incominciato con il saluto da parte del rettore del Santuario, mons. Raffaele Galdiero che ha anche introdotto l'argomento dal punto di vista liturgico e del suo significato sacro.
A questo momento di riflessione è seguito l'ingresso dell'orchestra e la presentazione della composizione da parte del direttore, il quale ha diviso l'esecuzione in più sezioni nelle quali ha spiegato la genesi dell'opera, il momento nel quale è stata composta, dando dei cenni biografici sul suo autore.
Questo modo di fare musica, spiegando l'opera ed il suo significato, ha entusiasmato il pubblico numerosissimo che ha colmato il Santuario sino all'esterno.
"Certe composizioni sono immortali in quanto veicolano nei secoli dei sentimenti puramente umani quale l'amore ed il dolore che sono la base di quest'opera. L'amore della Vergine verso il Figlio ed il dolore nel vederlo martoriato sulla croce" ha iniziato il Maestro.


L'esecuzione è brillata per aderenza dell'interpretazione al testo e per la ricerca filologica posta alla sua base.
Calde e suadenti le voci delle due giovani cantanti Mariateresa Polese, soprano e Tonia Langella, contralto che hanno saputo restituire l'intensità dell'opera nella pienezza delle loro voci.
Davvero mirabile la prova dei giovani componenti dell'orchestra. Ragazzi diplomati nei quattro conservatori della Campania, che sotto la direzione del Fontanarosa, hanno saputo creare un corpo unico riuscendo a creare un suono proprio che, augurandoci riescano a portare avanti questa formazione , ha tutte le premesse per rendere quest'orchestra una delle migliori formazioni che abbiamo sul nostro territori. 
Gli archi erano accompagnati dal basso continuo realizzato da uno stupendo clavicembalo Barucchieri suonato dal M° Lilly Carafa.


Il direttore ha voluto nuovamente ricordare i nomi di questi ragazzi uno ad uno, ringraziandoli per l'impegno profuso per la realizzazione di questo grande progetto di Ottocento Napoletano:
Violini primi: Giuseppe Grieco*,Federica Ferro, Ilaria Ferrigno, Giovanni Rago; Violini secondi: Alessia Viti*, Svetlana Sakhnevich, Andrea Montella, Aurora Sanarico;Viole: Natale Atripaldi*, Roberto Bianco; Violoncelli: Giovanni Sanarico*, Sharon Viola; Clavicembalo: Lilly Carafa. *prime parti.

Alessandro Maione - giornalista
Società Italiana di Cultura

martedì 19 marzo 2013

Stabat Mater: comunicato, organico orchestrale e solisti



COMUNICATO STAMPA

Venerdì 22 marzo alle ore 19.30, l’Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano terrà presso la Chiesa Santuario di Santa Maria della Natività e di San Ciro a Portici (NA) il tradizionale concerto per la Pasqua nel quale verrà eseguito lo Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi (Jesi 1710 – Pozzuoli1736). L’orchestra, una delle poche ancora operanti sul nostro territorio, si presenterà nella formazione da camera e verrà diretta dal M° Leopoldo Fontanarosa. La parte vocale sarà affidata a Mariateresa Polese, soprano e Tonia Langella, contralto. L’ingresso è gratuito


ORCHESTRA DELLA COMPAGNIA DEGLI ARTISTI DI OTTOCENTO NAPOLETANO

Violini primi 
Giuseppe Grieco*
Federica Ferro
Ilaria Ferrigno
Giovanni Rago

Violini secondi
Alessia Viti*
Svetlana Sakhnevich
Andrea Montella
Aurora Sanarico

Viole 
Natale Atripaldi*
Roberto Bianco

Violoncelli
Giovanni Sanarico*
Sharon Viola

Clavicembalo 
Lilly Carafa

Soprano
Mariateresa Polese

Contralto
Tonia Langella

Direttore d'orchestra
Leopoldo Fontanarosa

* prime parti

martedì 12 marzo 2013

22 marzo: Stabat Mater di Pergolesi a Portici



Il giorno 22 di marzo alle ore 19.30, l’Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano terrà presso la Basilica di Santa Maria della Natività e di San Ciro un gran concerto aperto alla cittadinanza nel quale verrà eseguito il celebre Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi. In vista di questo evento vogliamo in questi giorni dare qualche notizia sull' opera del grande compositore appartenente alla celebre Scuola napoletana del Settecento.


Lo Stabat Mater è sicuramente l’opera più conosciuta di Giovan Battista Pergolesi, da lui completata lo stesso anno della sua morte, avvenuta nel 1736 ad appena 26 anni di età a causa della tubercolosi. La storia narrataci dal Villarosa narra che il giovane morì nel momento stesso in cui completò questo suo capolavoro, dopo aver siglato in calce il suo Finis Laus Deo un ringraziamento a Dio per avergli concesso la grazia di finire il suo lavoro, che qui assume anche il valore di suggello alla sua esistenza terrena

L’opera fu commissionata dall’Arciconfraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi a Palazzo per i sacri uffici della Settimana Santa. Quest’opera sarebbe andata a sostituire la precedente di Alessandro Scarlatti composta nel 1724 e fino ad allora in uso.
La composizione è scritta nella tonalità in do minore per un organico composto da soprano e contralto accompagnati da orchestra d'archi e basso continuo. Le parti vocali, così come avviene nella precedente opera di Scarlatti, alternano duetti, nelle quali cantano entrambe le voci , con arie per solo soprano e solo contralto. A differenza dell’illustre predecessore, Pergolesi crea un’opera più compatta che consta di soli 12 brani a differenza dei 18 del predecessore.


Quest’opera è caratterizzata  da quella solennità che viene conferita alla musica solo dalla verità dei sentimenti in essa espressi, pure mediante la semplicità e la pulizia della forma che salta subito agli occhi sin dalla prima pagina del manoscritto. Questa caratteristica fu ben sottolineata dal grande storico della musica Charles Burney che definì la musica di Pergolesi, per la sua chiarezza, semplicità, precisione ed esattezza, al di sopra di quella di tutti i suoi predecessori e dei suoi contemporanei.

In merito all’ autografo si può facilmente notare la poca cura con cui il compositore quasi scarabocchiò le note sulla partitura, il che va ad avvalorare la leggenda secondo completò il lavoro durante i suoi ultimi giorni di vita. La grafia incerta e tremolante fa supporre che il compositore fosse allo stremo, così come la parte quasi solo abbozzata destinata alle viole oltre ad alcuni errori dettati dalla fretta.
Molta fu la fortuna di quest’opera in particolar modo all’estero. Johann Sebastian Bach riprese dieci dei dodici pezzi scritti per lo Stabat Mater e lo adattò al testo tedesco del salmo Tilge, Höchster, meine Sünden, che corrisponde nel mondo cattolico al celebre Miserere.  Ma non solo musicisti presero a piene mani ad questa magnifica composizione. L’opera lasciò il segno  non solo nell’anima dei musicisti, ma anche in quella di scrittori quali Stendhal e J.J. Rousseau  che definì il primo duetto dello Stabat Mater, come “il più perfetto e toccante duetto mai uscito dalla penna di un compositore.”


Ecco i brani di cui si compone l’opera
Duetto "Stabat Mater dolorosa"
Aria per soprano "Cuius animam gementem"
Duetto "O quam tristis et afflicta"
Aria per contralto "Quae moerebat et dolebat"
Duetto "Quis est homo, qui non fleret"
Aria per soprano "Vidit suum dulcem natum"
Aria per contralto "Eja, Mater, fons amoris"
Duetto "Fac, ut ardeat cor meum"
Duetto "Sancta Mater, istud agas"
Aria per contralto "Fac, ut portem Christi mortem"
Duetto "Inflammatus et accensus"
Duetto "Quando corpus morietur"


martedì 10 luglio 2012

Concerto del 6 luglio 2012. Alcune immagini...



Pubblichiamo sul nostro blog alcune foto scattate dal nostro bravissimo amico Antonio Del Gatto in occasione del nostro grande evento di chiusura della prima stagione concertistica dell'Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano in collaborazione con la Banda Musicale della Polizia Penitenziaria, tenuto il giorno 6 di luglio, alle ore 21.00 presso il cortile d'onore della Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria, palazzo Valle, Portici (NA).





























Ecco i nomi di quanti hanno realizzato l'evento:

direttore d’orchestra
Leopoldo Fontanarosa

violini primi
Giuseppe Grieco
Federica Ferro
Alessia Viti
Ilaria Ferrigno

violini secondi
Ilaria Zarra
Lucia Avagliano
Elena Nunziante
Aurora Sanarico

viole
Natale Atripaldi
Roberto Bianco

violoncelli
Nazarena Ottaiano
Sharon Viola

contrabbasso
 Luigi Castiello

oboi
Ispettore Superiore
Chillemi Natale Mario
Ispettore Capo
Calabrese Giuseppe
Diego Di Guida

fagotti
Francesco Salzano
Vittorio Migliaccio

corni
Ispettore Superiore
Tascione Pietro
Ispettore Superiore
Fazzone Roberto
Antonella Marino

trombe
Raffaele Alfano
Alessio Iovino
Ispettore Superiore
Petruccelli Pasquale

timpani
Vittorio Oriani

clavicembalo
Lilly Carafa

ballerini
Fabiana Colucci
Jessica Ferrara
Antonello Apicella
Nello Giglio

coreografia
Cristina Coppa

Noi e la Banda della Polizia Penitenziaria, uniti per la cultura della legalità.

Il nostro grande evento di chiusura della prima stagione concertistica del 6 luglio scorso, ha visto l'inizio di una fruttuosa collaborazione con la Banda Nazionale della Polizia Penitenziaria che ha sede a Palazzo Valle in Portici. Tale sinergia è nata con il "prestito", da parte di quest'ultima, di cinque validissimi strumentisti che sono andati a completare l'organico della nostra già numerosa compagine orchestrale. 


Così sono entrati a far parte della nostra famiglia musicale i maestri: Ispettore superiore Mario Natale Chillemi, Ispettore capo Giuseppe Calabrese, oboisti; Ispettore superiore Pietro Tascione, Ispettore superiore Roberto Fazzone, corni e l' Ispettore superiore Pasquale Petruccelli, tromba. 



Il concerto ha avuto sede nel cortile d'onore della Scuola di Polizia Penitenziaria di Portici, un luogo che sembra sia stato costruito apposta per questo tipo di manifestazioni, data l'ottima acustica. 
Per l'ospitalità e il grande aiuto nell'organizzazione di questo evento ringraziamo la direttrice della S.F.A.P.P. di Portici, la dott.ssa Donatella Rotundo, persona gentilissima e davvero sensibile alle tema della cultura. 
Di solito quando due direttori si incontrano si accendono sempre delle scintille, invece grande intesa e sinergia è nata tra i nostri due direttori, il maestro dott. Leopoldo Fontanarosa, direttore della nostra orchestra ed il maestro commissario Fausto Remini, direttore della Banda della Penitenziaria, speriamo che possano avere tante occasioni per lavorare insieme e creare ancora molti entusiasmanti eventi come quello della scorsa sera. Ringraziamo inoltre il vice-maestro, il vice-commissario Filippo Cangiamila per  aver lavorato alla trascrizione e l'adattamento delle partiture e l'Ispettore capo Franco Napoletano per il coordinamento. 


L'Orchestra della Compagnia degli Artisti di Ottocento Napoletano e la Banda Nazionale della Polizia Penitenziaria hanno tutte le carte in regola per portare avanti un grande progetto culturale, perché tutte e due le formazioni basano il loro lavoro sullo stesso principio massimo: il perseguimento della legalità e della giustizia tramite la diffusione della cultura. 
Il nostro progetto, denominato Ottocento Napoletano e promosso dalla Curia Arcivescovile di Napoli, vuole infatti  raggiungere quello che definiamo un vero e proprio "Rinascimento" di Napoli e del Meridione d'Italia, mediante la promozione della nostra cultura. E con cultura intendiamo non solo l'ambito delle cosiddette arti maggiori, ma anche del nostro artigianato artistico e della nostra immensa tradizione culinaria, che hanno trovato una sede privilegiata di diffusione e sviluppo nelle scuole attivate presso la nostra grande struttura di Portici: l’Istituto Pennese.


"La Bellezza salverà il mondo" affermava Dostoevskij. Noi tramite la Bellezza dell'Arte vogliamo risvegliare le coscienze. Vogliamo dimostrare che sul nostro territorio è possibile costruire e far vivere un'alternativa al degrado sociale, morale, istituzionale che oramai ha raggiunto nella nostra terra un stato endemico. 
Portando avanti questo progetto abbiamo la possibilità di togliere terreno alla Camorra, che trae forza dall'ignoranza e dall'immobilismo dello status quo, dall'immagine che si da della nostra terra come di un luogo dove alle persone, e soprattutto ai giovani, viene preclusa ogni speranza di riscatto sociale e morale.
Sempre grazie al nostro autofinanziamento, l'apertura di una futura scuola di musica e ad altre iniziative che apriranno la possibilità ai minori a rischio di trovare nell'arte una valvola di sfogo, o magari la realizzazione di un percorso di vita, togliendoli dalla strada e dalle mani della malavita.
Chiudiamo questo post con un grande grazie al nostro fondatore, il "vulcanico" avv. Riccardo Russo, per la sua capacità di spronarci a fare sempre più e sempre meglio e a mons. Carlo Pinto, presidente della Fondazione Pennese, per l'affetto paterno col quale ci segue.
Le foto di questo post e dell'intera serata sono frutto dell'impegno di un grande amico ed artista, Antonio del Gatto, che ringraziamo vivamente.