In questi giorni ci troviamo a progettare
le nuove iniziative per la nostra Orchestra Giovanile della Compagnia degli Artisti.
Pian piano, con la scelta degli elementi che dovranno collaborare con noi ed
una selezione basata non solo sulla bravura, ma anche sullo spirito positivo e l’impegno
serio di quanti vogliono fare parte di questo progetto, stiamo formando un
organico stabile, che pian piano sta iniziando a vivere questa avventura
come una "famiglia musicale".
I ragazzi dell'orchestra iniziano a
conoscersi e a fare corpo, trasformando i nostri incontri non solo in una
occasione di lavoro e di studio, ma di accrescimento umano, seguendo quell'idea
di "esistenzialismo artistico" verso il quale il nostro progetto è
proiettato. Per i nostri concerti, Ottocento Napoletano ci ha messo a
disposizione un luogo stupendo, sito all’interno del prestigioso palazzo della
marchesa Pennese di Cesaro, sede dell’omonima fondazione ed istituto, in via
Diaz, a Portici (NA). Noi utilizziamo come sede dei concerti “intra moenia” la
chiesetta gentilizia, incastonata come un gioiello all’interno della struttura.
E lì, in un posto che sembra magico, si
inizia a respirare Arte. In quel luogo sperimentiamo le nostre idee musicali,
le nostre interpretazioni del grande repertorio della musica classica ed in
particolare della stagione del barocco europeo.
Negli ultimi concerti abbiamo rivisitato Tomaso
Albinoni e Johann Sebastian Bach, puntando ad una nostra personale
interpretazione delle loro opere, che, se da un lato tiene conto della lettura
che ne hanno dato i grandi interpreti, dall’altro vuole dare a quelle note uno
spirito nuovo, rinnovato, nostro. Proponiamo una lettura della musica che sia
innanzitutto basata sulla capacità degli esecutori di SENTIRE la musica, per
poi trasmettere le proprie emozioni (e se possibile, quelle che voleva
trasmettere l’autore) al pubblico. Come diceva Paganini “per far sentire,
bisogna prima fortemente sentire”.
Quindi, non vogliamo limitarci a dare ai nostri
talenti l’occasione di esprimersi e di
farsi conoscere, ma vogliamo dare al nostro lavoro anche un fine didattico. La
maggior parte dei docenti italiani contemporanei è orientato ad insegnare ai
ragazzi ad essere capaci di eseguire la musica in modo corretto, intonato,
pulito...e basta. Si insegna a seguire le regole auree su come interpretare
questo o quel compositore. Regole stabilite dagli interpreti storici, musicisti
certamente di grandissima levatura, che però hanno spesso ridotto
l’interpretazione soggettiva ad una esecuzione asfittica di norme che, in
alcuni casi, uccidono l’inventiva e l’immaginazione del musicista. Privandolo
della sua libertà. Troppi, oggi, non
sanno più insegnare l’arte di “sentire” e far vivere la musica, di farla fluire
dentro di se, arricchendola delle proprie emozioni, del proprio vissuto, della
propria cultura, della propria fantasia, per poi trasmetterla al mondo. Capita
che il talento venga ucciso dalle regole. E questa è forse una delle ragioni
per cui la musica classica è al lumicino, perché rari sono i Musicisti, ma
tanti sono gli esecutori, persone che ripetono all’infinito la versione di un
brano data da questo o quel “grande del passato”, preoccupandosi solo di “fare
le note giuste” e tutto ciò che è minimamente sufficiente a riscuotere un
compenso.
Noi vogliamo riscoprire la capacità di
“sentire e far sentire” la musica e la capacità di rendere le note qualcosa di
vivo ed attuale e non lo specchio di qualcosa che oramai non è più. Un
“sentire” che ci viene dalla nostra storia, dalle tradizioni musicali, dai
grandi nomi che sono nati sulla nostra terra e che hanno inventato la musica
stessa, ma anche dalla nostra fantasia, dalla nostra capacità di trasformare
un’emozione in Arte. E sulla scorta di questo, il nostro progetto è quello di
rendere la nostra orchestra un’isola di sperimentazione artistica. Il nostro
intento è quello di emozionare l’uditorio, riavvicinandolo alla grande musica,
al bello, al sublime, all’Arte, mediante una rinnovata capacità di interpretare
e comprendere la stessa, innanzitutto da parte dei nostri giovani musicisti. Rimettere
la Musica, con la M maiuscola al centro, perché, come diceva Nietzsche, “Senza
la Musica, la vita sarebbe un errore”.
Leopoldo Fontanarosa
Direttore dell’Orchestra della Compagnia degli Artisti
Ottocento Napoletano
Portici - Napoli
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